Come tutti gli anni pari ad aprile esce la versione LTS, Long Term Support che come suggerisce il nome garantirà 5 anni di supporto, dunque fino ad aprile 2021.
Per aggiornare dalla versione 14.04 LTS o 15.10 si potrà, da console, dare i seguenti comandi dopo essersi assincerati di avere le ultime patch installate. Tutte le operazioni saranno date da utente root, quindi meglio elevarsi di proprietà con
[textmarker color=”000000″]sudo su -[/textmarker]
In particolare sarà necessario dare
[textmarker color=”000000″]apt-get update && apt-get upgrade[/textmarker]
quindi, nel caso non si abbia l’installazione automatica dei kernel, avanziamo di versione anche in questo frangente con il comando
[textmarker color=”000000″]apt-get dist-upgrade[/textmarker]
Se possibile date un riavvio alla macchina. Quando tornerà di nuovo online, siamo abbastanza sicuri che i vecchi kernel possono essere eliminati, sia per eliminare spazio che per limitare alcune operazioni di riconfigurazione. Daremo quindi il comando
[textmarker color=”000000″]apt-get autoremove[/textmarker]
A questo punto siamo pronti per avanzare ad Ubuntu 16.04 LTS. Sarebbe meglio, ma è una indicazione facoltativa, salvare eventuali sorgenti di installazione extra, ad esempio quelle di Oracle o Google. In questo caso si dovrà salvare la cartella
[textmarker color=”000000″]tar czf /tmp/sources.tar.gz /etc/apt/sources.list.d/*[/textmarker]
Questo perché durante l’installazione della 16.04 i vecchi repsository saranno disabilitati. Bene ora possiamo avviare la procedura di avanzamento di versione vera e propria:
[textmarker color=”000000″]do-release upgrade -d[/textmarker]
La procedura di installazione impiegherà un tempo variabile che dipende dal numero di pacchetti installati e dalla connessione internet. In media ci vogliono all’incirca una quarantina di minuti.
L’installazione è quindi possibile solamente da Ubuntu 14.04 LTS e Ubuntu 15.10. Se siete con una Ubuntu 12.04 LTS dovrete per forza “saltare” sulla 14.04. Stesso discorso se siete con una Ubuntu 15.04, dovrete per forza passare per la Ubuntu 15.10. Il mio consiglio, nel caso siate con la 12.04 come server, è quella di pianificare una nuova installazione e migrare le applicazioni.
Una volta terminata l’installazione (e probabile che vi venga chiesto durante l’installazione come trattare la configurazione di Grub, personalmente ho scelto di installare la nuova versione) al riavvio avrete la vostra Ubuntu 16.04 funzionante. Le funzioni di apt sono state migliorate, oltre ovviamente a tantissime migliorie.
Pertanto da questa versione sarà possibile utilizzare anziché
[textmarker color=”000000″]apt-get install nomepacchetto [/textmarker]
oppure
[textmarker color=”000000″]apt-cache search nomepacchetto[/textmarker]
i nuovi comandi più semplificati in
[textmarker color=”000000″]apt install nomepacchetto[/textmarker]
[textmarker color=”000000″]apt search nomepacchetto[/textmarker]
Restano tuttavia gli alias ai vecchi comandi.