Site icon Tosolini.info

Kitematic: Docker in ordine

Se non siete degli assidui utilizzatori di Docker, ma forse questo articolo può essere utile anche a chi lo usa spesso, una delle parti meno gestibili è sicuramente quello delle container e delle immagini.

In particolare se si utilizza un file pilota come il docker-compose.yml messo in una directory, magari dopo un certo periodo di inutilizzo ci si dimentica di questo o quel progetto lasciando roba orfana in giro per la propria macchina.

Certamente da command line possiamo avere uno sguardo sulla situazione attraverso questi comandi:

docker container ls
docker image ls
docker volume ls

che danno una vista sulla situazione su cosa Docker abbia in pancia e magari non ci serve più. Tuttavia la situazione può diventare un po’ ostica, perché determinati container fanno capo per supporto ad altre, mi riferisco per esempio ai database che in genere sono “staccati” rispetto a quello principale. E quindi eliminarli diventa un esercizio di rischio, perché il container X, con l’immagine Y, magari con un nome che non ci dice nulla, eliminarlo significa danneggiare il progetto.

A margine di questo, per chi come me dopo un po’ si era talmente incasinato da ritenere di dover ripartire da zero, bisogna dare atto che Docker è fatto bene, infatti tra le voci delle preferenze esiste una sezione “reset” con un bel comando “Reset to factory defaults” che ci permetterà di fare tabula rasa e ripartire come se avessimo appena installato “la balenottera porta container“.

Da qualche tempo però è apparsa una voce tra i menu, che invita ad installare “Kitematic” che poi altro non è che l’evoluzione di Docker Toolbox che rimane comunque attivo per chi ha il software datato. Come il predecessore anche questo è gratuito e open source.

Kitematic di fatto rende visuale e più ordinato proprio la gestione dei container. E’ un programma separato e va lanciato alla bisogna. Dovrebbe essere indipendente, ovvero anche i contenitori registrati prima, o al di fuori, di questo applicativo dovrebbero essere comunque riconosciuti, cosa che però al sottoscritto non è avvenuta almeno fino al reset globale di cui sopra.

Appena avviato salta all’occhio la possibilità di cercare e scaricare da Hub le varie immagini, ma comunque dalla command line è possibile utilizzarlo con il metodo classico del “docker run” e vedere i container listati nel programma.

Sicuramente un grande plus è vedere tutti i container installati e vedere quali sono accesi. Chiaramente è possibile spegnerli, riavviarli e perfino eliminarli. Nella sezione Home avremo il log di quel preciso contenitore, solo per questa funzione vale la pena installare Kitematic, perché avremo al volo e sempre presente cosa sta facendo quel contenitore.

Tra i comandi alto è molto interessante “exec” che ci apre una shell con una console attiva sul contenitore dove poter interagire senza dover passare per il più noioso docker exec.

Una parte sicuramente interessante sono i settings (tab vicino alla Home), infatti per ogni contenitore potremo dare al volo le variabili di ambiente, definire in modo statico o dinamico le porte virtuali con quelle locali e gestire i volumes.

Qui apro una veloce parentesi, perché per default andrà a montare sotto la cartella documenti una cartella Kitematic, dove all’interno elencando per nome immagine, avremo la folder desiderata. In questo modo si evita di pasticciare lasciando cartelle in giro per il sistema, avendo un solo punto dove visionare ed accedere al materiale desiderato. Resta comunque la possibilità di indicare cartelle al di fuori di questa.

Conclusione

Se utilizzate, anche e sopratutto Docker saltuariamente, questo strumento permette di avere una idea generale di quanto sta succedendo, modificare i parametri in modo agevole anche al volo e rendere l’esperienza di Docker meno ostica.

Exit mobile version