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Unity è morto, viva Unity

In un post del 5 aprile, Mark Shuttleworth CEO di Canonical, l’azienda che mantiene Ubuntu, ha lanciato “una bomba” per certi versi alquanto stupefacente, per altri quasi ovvia. In sostanza il progetto di portare in dote ad Ubuntu una interfaccia stile responsive, che si adattasse dal desktop al tablet e ai telefoni è fallita. Francamente non so quanti avrebbero scommesso sul contrario, il progetto in se era stato annunciato già piuttosto tardi (inizio 2013) ed in un mercato così fortemente accentrato su Android (Google) e IOS (Apple), era davvero utopico pensare di riuscire a scavarsi una nicchia di mercato contro questi giganti. Le idee di Canonical tuttavia erano quanto mai interessanti, ma presentate e tentate nei momenti sbagliati, e solo oggi Samsung con il suo ultimo modello di punta ha ripreso proprio uno degli ex cavalli di battaglia di Shuttleworth, ovvero una dock (Samsung DeX) che trasforma lo smartphone in desktop, insomma una vera e propria convergenza tra il telefono e il personal computer.

Se sia questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso non lo sappiamo, certo è che il progetto non è mai decollato e forse era un po’ troppo ambizioso per le forze di Canonical. Infatti tutto era demandato a Unity 8 che con l’utilizzo di un server grafico proprietario, chiamato Mir, avrebbe dovuto consentire “la magia“. Tuttavia nella parte desktop non si è mai ottenuto una versione che potesse essere considerata stabile, ed anche Ubuntu 17.04 in uscita a breve si ritrova con la vecchia versione di Unity, e solo come parte sperimentale Unity 8.

E qui veniamo alla parte sorprendente, ovvero la cancellazione di tutto il progetto Unity e il ritorno, per la versione a supporto esteso (LTS) prevista per aprile 2018, di Gnome Shell o Gnome 3.0. Francamente questa cosa mi lascia davvero basito. Certo una parte del progetto è andata male, ma buttare tutto alle ortiche, mi sembra insensato, considerando che è attivo dalla versione dell’aprile del 2011, ovvero 6 anni. In questi sei anni, Unity è stato fortemente criticato, più che altro nella fase di avvio che non era esente da imperfezioni. A mio avviso si è generato quel famigerato effetto imprinting, che poi insinua nella gente “quella cosa non funziona” anche quando viene sistemata. Successe lo stesso per Windows Vista a suo tempo.

Gnome Shell a mio avviso è un progetto “ergonomicamente” peggiore di Unity (benché è da ricordare che Unity 7 ne condivideva il server grafico e quindi anche il relativo parco applicazioni) e più in generale un utilizzo forzato tastiera e mouse, per operazioni che potrebbero essere svolte direttamente da tastiera. Ogni volta che ho provato ad utilizzarlo non sono mai riuscito ad ottenere uno stato di efficienza lavorativa desiderata. Da poco ho provato KDE plasma 5.9 e ne sono rimasto sorpreso in positivo, considerando che KDE non l’ho mai considerato granché come progetto maturo. Non ho trovato bachi e il sistema è fluido anche in particolari non proprio rilevanti, ad esempio ottengo le barre a scomparsa e basta solo avvicinarsi per ottenere una ricomparsa molto reattiva (ad esempio Unity e Gnome 3 non hanno lo stesso grado di risposta). Questo è un piccolo esempio, ma la lista di particolari come questo è lunga e mi danno la sensazione di un progetto che potrebbe anche essere interessante ma ben lontano da una esperienza matura.

Nel resto del post di Mark, si evidenzia dove l’azienda effettuerà gli sforzi, ovvero Internet delle cose e la virtualizzazione, ma nemmeno dopo 48 ore si è appreso che verrà licenziato del personale da Canonical, probabilmente è lecito pensare che sia quello dedicato allo sviluppo del server grafico Mir. C’è da chiedersi quali saranno le conseguenze nella community. Non sono l’unico che non si trova a suo agio con Gnome 3.0 e l’attesa di poter utilizzare Unity 8 suscitava parecchio interesse. Vedremo come procederanno le cose, se non altro a livello server questa notizia bomba non ha praticamente nessun contraccolpo, ma li vigono altre questioni come il possibile rimpiazzo di snappy con i pacchetti deb, insomma un altra storia.

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